poesie e canzoni a tema , torna a Villa Arrivabene piazza Alberti 2 Firenze, un la storica manifestazione organizzata dall’associazione letteraria Accademia Alfieri. Un nutrito gruppo di poeti canteranno l’arrivo della bella stagione omaggiandola con letture di poesie proprie e di grandi autori. Le letture saranno arricchite dalla musica e dalle canzoni del cantautore Massimo Pinzuti scelte appositamente per l’occasione.
l’evento si svolgerà Sabato 18 Marzo alle ore 16,30 presso la sala Libero Breghi della sede del Comune di Villa Arrivabene ,Piazza Alberti 2 Firenze
Si sono aperte le iscrizioni per partecipare al concorso di poesia principale dell’associazione letteraria fiorentina ACCADEMIA ALFIERI chi lo desidera può iniziare a inviare i suoi testi
Ecco un altro amico poeta che si aggiunge nella mia galleria si tratta di una poetessa romana , molto gentile e carina conosciuta qualche anno fa ma con la quale si è subito creato una bella sintonia ed è un vero piacere per me presentarvela.
Silvia Cozzi
Nata a Roma, si occupa di formazione professionale. Fa parte del coro delle “Swing ladies”
diretto dal Maestro Franco Tinto. Sviluppa fin da bambina la passione per la scrittura e nel 2015
torna a comporre in poesia e prosa , utilizzando anche la metrica e il vernacolo romanesco. Nel
2016 entra nella redazione del blog culturare “Alessandria today” e nel 2017 Vince il primo premio
della Sezione in metrica al Concorso “VOCI” di Abano Terme, che le permette di pubblicare la sua
prima silloge in metrica “Padrona di giochi di luce”. In seguito consegue numerosi e prestigiosi
riconoscimenti tra cui due primi premi nei concorsi organizzati da Accademia Alfieri Un monte di
poesia e Città del Giglio nella Sezione dedicata a Dalmazio Masini. Nel 2021 si classifica prima al
concorso di ammissione all’Accademia Romanesca e nella Sezione metrica del concorso “L’Anfora
di Calliope” di Erice, al concorso “I rumori dell’anima” di Paola Bosca.
È segretaria e consigliera del circolo culturale Iplac, membro di giuria del concorso nazionale “il
Faro” di Cologna spiaggia ed è stata relatrice in numerosi eventi culturali. Dal 2022 collabora con
l’associazione “Artisti dentro” dove cura l’editing di poesie e racconti in concorso. Altre sue
pubblicazioni sono le sillogi di poesie “Energia vitale” e “Pentagrammi Di-Versi” ed il racconto
autobiografico “La Prima volta che vidi la neve”
.Dopo questa breve biografia una piccola intervista per cercare di conoscere meglio questa simpatica scrittrice
1)Quando comincia il tuo amore per la letteratura?
Il mio amore per la letteratura inizia da quando ero
veramente piccina e la nonna mi raccontava le prime fiabe.
Ricordo che in prima elementare ero impaziente di
imparare a leggere per poter essere autonoma e non dover
dipendere dal tempo che lei mi dedicava. Dai sei anni in
poi, sono stata una divoratrice di libri.
Ho letto tutti quelli di Salgari, di Verne e altri grandi della
letteratura per ragazzi. Crescendo ovviamente, i miei gusti
sono cambiati ma sono rimasta sempre curiosa di leggere,
di apprendere, di scoprire nuovi autori e spazio da un
genere all’altro con disinvoltura.
Essendo stata una ragazzina e poi un’adolescente
abbastanza timida e introversa, leggendo mi catapultavo in
una realtà differente dove potevo essere un’altra persona
immedesimandomi nei protagonisti dei romanzi che
leggevo e visitando luoghi bellissimi e lontani con la
fantasia.
2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?
La poesia oggi è malata, soffre della presunzione di chi si
crede poeta a tutti i costi. I social rendono più semplice la
divulgazione di versi di ogni tipo. Per carità, io sono per la
libertà di pensiero e di espressione, ma bisognerebbe
capire che non basta andare a capo per definirsi poeta, che
bisogna conoscere prima di tutto la grammatica e poi
conoscere anche la metrica, a prescindere dal fatto che la
si voglia applicare o meno. Chi scrive versi DEVE conoscere
la metrica, perché non si diventa poeti per caso, ma ogni
forma d’arte, oltre alla predisposizione naturale e la
sensibilità particolare di chi la esegue, richiede studio e
passione. Bisognerebbe quindi leggere molto, essere
padroni della propria lingua e sapere, per fare un esempio
banale, dove devono cadere gli accenti e come si contano
le sillabe di un endecasillabo. Questa è l’opinione di una
che non si sente poetessa, ma che ama la poesia e la
rispetta come tale. Non si possono rinnegare anni e anni di
classicismo, per scrivere versi all’arrembaggio.
3)Chi sono i tuoi maestri?
Non credo di avere dei veri e propri maestri, non credo di
ricalcare le orme di nessun grande poeta, ma sicuramente
ho assorbito tutto quello che ho letto nel corso dei miei
anni e che ha contribuito alla mia formazione. Per
Il Presidente della Commissione Cultura Andrea Ciulli e il Presidente del Quartiere 5 di Firenze Cristiano Balli hanno il piacere di invitare all’evento che si svolgerà a Firenze presso la SalabArchi di Villa Pozzolini Sabato 30 Aprile viale Guidoni 188
Per festeggiare il ritorno alla normalità e promuovere uno “strumento” caduto in disuso nell corso di questi 2 anni , i poeti dell’Accademia Alfieri con la collaborazione del gruppo vocale “Armonia non solo cantata”PRESENTANO -DAMMI 1000 BACI”
Spettacolo di teatral-poesia con canzoni e poesia a tema ” il Bacio” in tutte le sue eccezioni , ideato e diretto da Elena Zucchini
Lo spettacolo si svolge grazie alla collaborazione dei poeti dell’Accademia Alfieri e del gruppo vocale Arminia non solo cantatandiretto dalla maestra Antonella Giovannini
Due ore di piacevolissime emozioni in compagnia di armonia e poesia .
le mie amicizie poetiche varcano i confini e mi portano in Francia dove risiede questa particolare poetessa di origine italiana MARIA SALAMONE ,un personaggio dalla personalità creativa e forte
Maria Salamone è nata in Sicilia e risiede in Francia nella città di Cannes. Autrice italo-francese, ha pubblicato varie raccolte in versione bilingue. In Francia come in Italia il suo percorso è stato costellato da numerosi premi ed onorificenze, fra cui la Medaglia d’Oro al Merito e Dedizione Francese e la Medaglia d’Argento del Presidente della Repubblica italiana. Numerosi giornali hanno fatto “scorrere inchiostro” sulle prodezze della poetessa sicula, la quale è riuscita a vivere professionalmente del frutto della sua creazione poetica, cosi’ come a suscitare l’interesse d’illustri personaggi : l’ex Ministro degli Affari Esteri, Angelino Alfano, scrive che la sua opera, frutto di lungo e sensibile impegno, ben coglie l’essenza di una realtà multiculturale, mentre Andrea Camilleri ringrazia la poetessa per avergli inviato il suo materiale, in cui riconosce un’energia straordinaria nella sua volontà di comunicare; l’attore e scrittore Dalmazio Masini (expresidente dell’associazione Accademia Alfieri), scriveva a sua volta : “Non si può parlare dei versi di Maria Salamone, se non ci si sofferma ad ascoltarli dalla sua voce, a leggerli dalle sue mani, che li accompagnano accarezzando lo spazio che li circonda e dal roteare dei suoi occhi, sempre tesi in alto a sostenerli nell’ascesa verso gli strati più elevati dell’arte. Così la piccola autrice si dilata e diventa la gigantessa che tutti abbiamo conosciuto, capace di partire da un banale gioco di sillabe e farlo diventare opera d’arte a tuto tondo”. Maria è anche conosciuta in Costa d’Avorio dove, attraverso atelier e premi letterari ha portato la poesia nelle scuole del Paese. In segno di riconoscimento le è stata intitolata una biblioteca. Sue opere sono presenti nei testi scolastici di primo e secondo grado di vari Paesi d’Africa francofona. In Francia ha partecipato a vari programmi televisivi. “Poetessa senza frontiere” è stata definita, per i numerosi eventi con cui ha lasciato un’impronta, fra tanti altri, presso il Teatro Ariston di Sanremo, il Palazzo Vecchio a Firenze, l’Alliance française di Genova, il Museo Diocesano SS. Apostoli di Roma, l’Ufficio al Turismo del Palazzo del Festival di Cannes, il Consolato generale d’Italia a Nizza, il Montecarlo Beach nel Principato di Monaco, nei Palazzi dell’ONU BIT e OMPI a Ginevra, l’Accademia Internazionale delle Arti Contemporanee del Belgio, il Centro Culturale Francese d’Abidjan in Costa d’Avorio. In Afghanistan, la poesia dedicata ai caduti di Nassiriya è stata incisa su una lapide. Nelle Marche è Madrina del Premio Letterario di “Città di Corridonia e “Città di Recanati”. A Firenze è co-Direttore della Camerata dei Poeti, sezione Europa e, da oltre 15 anni, Maria Salamone, poetessa italo-francese, è socia dell’Accademia Vittorio Alfieri di Firenze.
Conosciamo un po’ meglio la poetessa attraverso una piccola intervista
1) Quando comincia il tuo amore per la letteratura?>
– All’età di 40 anni, anche se a 14 anni ricordo che componevo già canzoni.
2) Qual è lo stato di salute della poesia oggi?
Non so se sia dovuto alle difficoltà attuali, ma la gente sente il bisogno di avvicinarsi sempre più alla poesia. In Francia esistono varie strutture per veicolarla e valorizzarla.
3) Chi sono i tuoi maestri?
Avevo 17 anni quando sono emigrata in Francia, possedendo come bagaglio letterario, le sole scuole medie. Ho acquisito la mia cultura sui banchi della vita: leggendo, scrivendo, imparando… fino ad acquisire un posto al sole nel campo difficilissimo della poesia. Amo la poesia e i poeti in modo generale, per cui durante i recital che tengo nei vari paesi del mondo, introduco anche poesie di Dante, Leopardi, Lentini, Ronsard, Baudelaire, Hugo… Poeti italiani e francesi che ho imparato a conoscere e ad apprezzare a loro giusto valore.
4) A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti e non di lettori?
– Perché da Omero a Ysop, da Dante a Leopardi, i poeti esistono sin dalla notte dei tempi. L’istruzione, fino all’inizio del secolo scorso, era destinata esclusivamente ad certo ceto sociale; oggi invece, se l’istruzione è accessibile a tutti, la cultura, compreso la lettura, si fa sulle reti social.
5) Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?
– Amarla anzitutto: fedelmente, perdutamente, da trasmettere e contagiare chi ti legge o chi ti ascolta.
6) Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?
Tratto da ” All’Italia ” di Giacomo Leopardi
Nessun pugna per te? non ti difende nessun de’ tuoi?
L’armi, qua l’armi: io solo
Combatterò, procomberò, sol io.
Dammi, o ciel, che sia foco
Agl’italici petti il sangue mio.
In sostegno al popolo ucraino
Liberamente…
Libera… spezzando ogni catena
vorrei sentirmi libera:
libera come un sogno, un’aquila reale…
come il pensiero inviolabile e universale !
Inebriarmi… seppur oltraggiosamente
vorrei inebriarmi:
inebriarmi di vita, d’amore,
d’ogni battito del cuore…
Bella… oltre le brutture del mondo
vorrei sentirmi bella:
bella nel cuore, nell’animo,
nel profondo delle mie pupille!
Ribelle… ubbidendo alla voce del cuore
vorrei essere ribelle:
ribelle in questa giungla di belve e di belligeranti
pronti a sbranarsi per andare avanti !
Meravigliarmi… di tutto e di niente
vorrei meravigliarmi :
meravigliarmi all’alba, nel puro chiarore mattutino,
nell’ora del vespro, tinto d’oro e di rubino.
Messaggera… ali al vento
vorrei farmi messaggera :
messaggera di un mondo di pace,
ove l’amore trionfa, ove ogni arma tace.
Commuovermi… nelle risa, nei pianti,
vorrei umanamente commuovermi :
commuovermi per un bimbo che corre ridendo,
per una rondine che, volando, danza col vento.
Naturale… malgrado l’impronta del tempo
vorrei rimanere naturale :
naturale come acqua di sorgente
limpida, fresca, zampillante…
Tenace… senza arrendermi mai,
più che mai vorrei essere tenace :
tenace nelle sfide, nelle lotte che, quotidianamente
affrontar dovrò, perché io viva… liberamente !
La via di casa mia
Quante volte
sulle ali della fantasia
ritorno piccolina in quella via
ove un tempo c’era casa mia!
Una di quelle vie poverette
ma con gente fiera,
gente sincera;
che in coro cantava canzonette !
Si poteva udire nella sera
una voce di mamma
sussurrar, pian piano,
una preghiera.
Sul viso d’ogni bambino
che giocava a nascondino
c’era quell’innocenza
che riluce negli occhi dell’infanzia.
Fragranze e fiori
dai variopinti colori,
diffondevano per la via:
aria di festa, note d’allegria.
E poi… più niente :
niente alberi, niente giardini,
ove correre, giocare,
ove sognare quei bambini.
Eppure… bastava allora
una mamma e il suo amore,
un bambino e il suo candore,
un solo fiore e il suo colre…
Perché regnasse
nella più povera via,
la gioia più grande
la più bella che ci sia!
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continua la mia carrellata tra i poeti che considero amici e che ammiro anche questa volta ha accettato di partecipare un talentuoso poeta ALESSANDRO PERUGINI
Alessandro Perugini, poeta e scrittore, è nato l’8 maggio 1976 a Firenze, città dove si è laureato in Giurisprudenza. Dopo aver conosciuto il poeta Dalmazio Masini, si è avvicinato alla metrica italiana. Ha aderito al gruppo di poeti dell’Accademia Vittorio Alfieri, partecipando alle relative iniziative. È presente in numerose riviste, periodici e antologie di poesia e di narrativa di carattere nazionale. Ha organizzato eventi culturali, artistici e presentazioni di libri.
Premiato in vari concorsi letterari. Tra i premi vinti si ricordano soprattutto per la poesia: Il Fauno – Coppa Sindaco di Firenze (2001), Pietro Annigoni (nel 2002 e nel 2004), i premi speciali Giovanni Savastano (2001) e Giardini e dintorni (2005), organizzato dal Giardino dell’Orto Botanico di Firenze, Premio speciale Lirismo efreschezza al concorso Giovanna De Martini di Genova (2009), Firenze: prova a scriverla (2009), Il mio giardino, Firenze (2010), Voci, città di Abano Terme (Padova) (2013), Premio Controcorrente, Rimini (2014), Premio Monte di poesia, sezione speciale decima edizione (Abbadia San Salvatore, Siena) (2015) e per la narrativa Semaforo rosso (nel 2001 e nel 2002). È tra gli autori presenti nell’enciclopedia dei poeti italiani curata dalle edizioni Aletti di Roma.
Particolarmente felice il suo rapporto con la radio. Alcune sue poesie, recitate dall’attrice Erika Renai e da altri artisti, sono state trasmesse più volte su Lady Radio. Inoltre è stato ospite in alcune puntate del programma Il grillo parlante –un mondo di libri curato dalla giornalista Ilaria Donati e andato in onda sulle frequenze di RDF, Radio Diffusione Firenze. Alla sua attività artistica ha dedicato una puntata monografica l’emittente Radioblablanetwork, con letture delle sue opere di poesia e prosa. Sue poesie e racconti sono pubblicati nei siti internet di periodici e di associazioni culturali.
Ha pubblicato il libro di racconti Voli Paralleli, con prefazione della poetessa e scrittrice Roberta Degl’Innocenti.
Ha aderito al manifesto del Dolce Stile Eterno, che ha l’obiettivo di recuperare la tradizione della metrica italiana.
Ha partecipato, come autore, al Festival internazionale di poesia di Genova e al Festival internazionale di poesia di Firenze Voci lontane, voci sorelle.
È stato tra i fondatori della sezione arti figurative dell’Accademia Vittorio Alfieri.
Ha partecipato alle celebrazioni del trentennale dell’Accademia Vittorio Alfieri esponendo suoi dipinti presso la sede della Società del Mutuo Soccorso di Rifredi in Firenze e presso la sede della Regione Toscana, dove è stata esposta la sua lirica “Alle ragazze di Via Laura”.
È tra gli autori della silloge “Sulle Ali di Pegaso- Venti poeti cantano la Toscana” pubblicata a cura della Regione Toscana.
Alcune sue opere letterarie sono state pubblicate sulle pagine culturali nazionali dei quotidiani Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino.
Come di prassi facciamo ad Alessandro qualche domanda per conoscerlo meglio e comprendere il suo pensiero poetico
1) Quando comincia il tuo amore per la letteratura?>
2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?
3)Chi sono i tuoi maestri?
4)A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti che non di lettori?
5)Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?
6)Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?
RISPOSTE
Sono sempre stato un lettore con molti interessi, ma un approccio più consapevole allo studio della letteratura è cominciato il giorno dopo aver conseguito la maturità classica, perché non sono stato soddisfatto dei miei studi e ho sentito la necessità di colmare alcune lacune in argomenti che non sono stati affrontati o sono stati trattati in modo superficiale dalla scuola, nonostante abbia studiato al liceo classico. Anche oggi, nonostante tante letture affrontate, sento il bisogno di continuare a leggere e non mi accontento mai. La letteratura è racconto ed è un confronto continuo con le idee di altre persone. Coloro che leggono migliorano giorno per giorno e impararano a mettersi in discussione, non adagiandosi su formule precostituite.
Ho notato che negli ultimi anni sono fioriti molti concorsi di poesia. Alcuni sono degni di nota, altri sono improvvisati e durano pochi anni. In ogni caso è positivo che le persone scrivano poesie, indipendentemente dal valore delle loro opere. Significa che sono donne e uomini che si fermano anche per poche ore per pensare e non vivono la vita senza avere una dimensione spirituale, nell’accezione più laica del significato. Per quanto riguarda il valore letterario delle opere, ci sono autori che si sforzano di migliiorare e altri che non capiscono che ogni attività intellettuale e artistica richiede uno studio se s’intende migliorare. Senza l’applicazione non si può scrivere una buona poesia.
Considerando che cerco di migliorare ogni giorno, devo avere l’umiltà di apprendere da ciascuna poesia che leggo sia di classici che di contemporanei. Quindi quando vengo in contatto con un nuovo poeta, carpisco sempre qualcosa. Senza dubbio, però, il mio maestro è stato Dalmazio Masini, che è stato punto di riferimento assoluto per tutti i poeti dell’Accademia Vittorio Alfieri, essendone stato presidente per tanti anni. Mi ha fatto capire l’importanza della metrica, della ricerca di una forma che si unisse al contenuto, diventando una poesia, senza che la ricerca stilistica comprimesse la sostanza della lirica, ma ne accompagnasse l’espressività.
Citando Giorgio Caproni si potrebbe dire. “Il mondo ha bisogno dei poeti”. Seguendo il ragionamento che ho fatto prima, molte persone sentono l’esigenza di scrivere, di raccontare il proprio animo, di esprimere ciò che sentono, ma è necessario confrontarsi con gli altri autori, leggere e studiare, per migliorare la qualità delle proprie opere, in modo che possano essere definite opere letterarie, poesie.
Non occorre far appassionare alla poesia, secondo me deve essere un moto individuale. Se una persona ha un animo riflessivo prima o poi sentirà il bisogno di scrivere poesie o anche soltanto di leggerle. Ben vengano tutte le iniziative e gli spazi come questo blog, che propongono poesie.
Adesso però leggiamo le sue poesie che ci sveleranno ancora la sua anima
PREMIO LETTERARIO UN MONTE DI POESIA 2022 Patrocinato dall’ Amministrazione comunale e Proloco di Abbadia San Salvatore (SI) e con la collaborazione Accademia Vittorio Alfieri di Firenze XVI edizione 1) Sezione poesia a tema: “La montagna”: vita, costumi, folklore, paesaggio. 2) Sezione a tema libero: poesie edite o inedite. 3)Sezione poesia dialettale: Poesia in vernacolo con traduzione in italiano 4) Sezione giovani: poesia a tema libero riservata ai giovani da tredici a diciotto anni non ancora compiuti alla data di scadenza. (è obbligatoria la fotocopia della carta di identità). Per questa sezione non è richiesto il pagamento della quota di iscrizione. 5) Sezione racconto breve, massimo 2 racconti a tema libero 3000 parole font Times news Roman 12 ( circa 2 pagine foglio A4)i racconti non conformi verranno esclusi SEZIONE SPECIALE OLTRE CONFINE riservata a poeti di nazionalità non Italiana le poesie devono essere corredate di traduzione in italiano Tutti gli elaborati dovranno essere inviati entro la SCADENZA DEL 31 LUGLIO E’ consentita la partecipazione a poeti italiani e stranieri (scritti in lingua con traduzione in italiano). Sono ammesse fino ad un massimo di tre poesie, o due racconti per sezione. Si può partecipare a più sezioni versando per ognuna di esse un contributo di partecipazione di €10 per la prima poesia e € 5 per ognuna delle poesie successive ( Es: per una sola sezione, tre poesie, euro 20).oppure 1 raccont0 10€ per 2 racconti 15 € Gli elaborati NON devono avere già conseguito primi premi in altri concorsi e, unitamente all’attestazione di avvenuto pagamento, dovranno essere inviati: in forma cartacea (per posta) a INFOPOINT PRO LOCO Via 24 Maggio 4, 53021 Abbadia San Salvatore (Siena); per via telematica (per e-mail) a unmontedipoesia@alice.it Il pagamento della quota di partecipazione potrà essere effettuato tramite: VAGLIA POSTALE (stesso indirizzo dell’invio cartaceo degli elaborati); pagamento su POSTAPAY intestato a Tiziana Curti N. 5333 1711 2079 5964 bonifico bancario int.a Tiziana Curti su IBAN IT15N3608105138259731759775 Inviare in ogni caso la copia della ricevuta del pagamento con nome e cognome ben leggibili. Ciascuna elaborato poesia (una sola per un foglio di formato A4) o racconto, dovrà pervenire in due copie con intestazione indicante la sezione a cui si intende partecipare, il titolo dell’opera e il testo (rigorosamente fino ad un massimo di trenta versi, per la poesia e 3000 caratteri per i racconti). Solo una delle due copie, (sulla stessa facciata dove è scritta la poesia) dovrà contenere: nome e cognome, indirizzo completo, recapito telefonico (fisso/cell), indirizzo e-mail e firma leggibile. Per la sezione GIOVANI, va anche indicata la data di nascita, su entrambe le copie. L’altra copia dovrà rimanere anonima. Non saranno accettati elaborati scritti a mano o riportanti dati illeggibili. I risultati saranno visibili sul blog: http:\\unmontedipoesia.wordpress.com PREMIAZIONE: 25 SETTEMBRE presso il Centro Polifunzionale Giovani di Abbadia S. Salvatore (SI). I finalisti saranno avvertiti entro il mese di Settembre 2022. PREMI: SEZIONE A TEMA “LA MONTAGNA” 1° premio: Assegno di € 250,00 – Coppa e pergamena SEZIONE A TEMA LIBERO 1° premio: Assegno di € 200,00 – Coppa e pergamena SEZIONE POESIA DIALETTALE 1° premio: Coppa e pergamena SEZIONE GIOVANI 1° premio: Coppa e pergamena SEZIONE RACCONTO BREVE 1°premio: Coppa e pergamena PER TUTTE LE SEZIONI (eccetto quella speciale): 2°, 3°, 4° e 5° premio: COPPA e pergamena dal 6° al 10° classificato: medaglia e pergamena PER TUTTI: Libri e materiale informativo sul territorio. Tutti i premi assegnati dovranno essere ritirati direttamente dai vincitori oppure da un delegato La mancata presenza alla cerimonia di premiazione del premiato o di un delegato,comporterà la rinuncia al premio. Per informazioni e prenotazioni (pernottamenti, ecc.) rivolgersi a: INFOPOINT PRO LOCO TEL. 0577 770361 da lunedi a sabato ore 09-12 oppure al numero 3395904072
Notizie e curiosità storiche che attraverso i Canti , intesi come angoli, cantonate, uniscono al fascino dei nomi e dei ricordi ad essi legati, la vivacità e la puntualità di una cronaca dal vivo.
A cura della dott.GABRIELLA SEMINO. Con la collaborazione del coro ARMONIA NON SOLO CANTATA diretto dalla Maestra Antonella Giovannini che accompagnerà la lettura con canzoni fiorentine della tradizione.
Ingresso libero e gratuito con green pass e mascherina si prega di telefonare perché i posti sono limitati 055 417000
Si apre un altra finestra e un altro amico si affaccia , un poeta dalla personalità simpatica e interessante che sicuramente vi piacerà conoscere e leggere, ecco a voi LORENZO ROSATI
Eccomi qua anch’io. Mi chiamo Lorenzo Rosati e ho la bella età di 46 anni. Sono nato e cresciuto a Santa Maria a monte, un piccolo paesino sulle colline pisane. Sono stato un bambino ruspante, perché con gli altri miei amichetti amavo giocare stando all’aria aperta, arrampicarmi sui muri e correre per i campi quando ancora c’erano più contadini che impiegati. Scrivo questo per marcare la differenza coi bambini di oggi, seduti sul divano con la Console tra le mani. Sempre quand’ero bambino, nel mio paese si conoscevano tutti, e si andava a dormire tenendo la chiave nella serratura della porta. Oggi una cosa del genere è impensabile! Sono cresciuto pertanto in mezzo ai valori umani, quelli belli, che ti portano a parlare con la tua anima, facendoti sentire vivo e in tutt’uno con la natura che ti circonda. Ho intrapreso studi di natura economico giuridica, per aver un titolo che mi permettesse, un domani, di ‘portare il pane in tavola’, lasciando solo a me stesso la volontà di portare avanti la mia passione per la letteratura.
Oggi vivo e lavoro a Firenze, la più bella città del mondo. Sono sposato e ho una bella famiglia con due diavol…pargoletti che mi saltano addosso non appena mi vedono. Con una famiglia giovane il tempo a disposizione per le proprie passioni è poco, come potrete ben immaginare. La mia passione per la scrittura la porta avanti la notte, sacrificando molto spesso ore di sonno che mi portano l’indomani a tenere a stento gli occhi aperti. E nel mio lavoro da bancario, nell’avere a che fare coi numeri tutti i giorni, essere desti è importante. Ironicamente mi considero un secondo Giulio con qualche anno in più, lo scrivano fiorentino del libro Cuore. Anche lui scriveva fino a notte fonda, per poi dormire sopra i banchi di scuola.
Sono in procinto di terminare il mio primo libro. E’ sempre stato il mio sogno quello di veder pubblicato qualcosa di mio. Da ragazzo leggevo libri con avidità, e dentro di me mi ripetevo sempre la stessa frase: ‘un giorno anch’io pubblicherò qualcosa’. Sogni che poi restano nel cassetto e spesso si perde anche la chiave. La mia chiave è stata mia moglie, che anni fa mi ha spronato a ricominciare a scrivere. Ora non ho più intenzione di smettere, perché ogni volta che metto il punto finale a qualcosa che ho composto, mi sento felice e appagato.
1)Quando comincia il tuo amore per la letteratura?
Il mio amore per la letteratura ha inizio molti anni fa, quand’ero ragazzino. Negli anni dove solitamente si da il primo bacio. E il primo bacio si sa, non si scorda mai.
Alle scuole elementari eri sempre io quello che davanti a tutti i genitori recitava le poesie scelte delle maestre per le recite di Natale. Sceglievano sempre me perché ero quello che dopo aver letto la poesia una volta la imparava subito a memoria. L’amore vero e proprio però, è iniziato durante l’adolescenza. Ricordo ancora con gioia, e un pizzico di imbarazzo, un aneddoto divertente che mi capitò al cinema quando avevo sedici anni. Ero andato a vedere con gli amici L’attimo Fuggente, e a fine film, alla scena dove gli studenti si alzano in piedi sui banchi per salutare il professor Keating, scoppia a piangere come un bambino. Ancora oggi, nonostante siano trascorsi ormai parecchi anni, annovero quel film come il più bello che abbia visto finora.
2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?
A mio giudizio non buono, ma spero sia solo un’opinione pessimista, anche se io mi considero un inguaribile ottimista. Purtroppo oggi, come mi è capitato veramente di ascoltare e non da una persona soltanto, chi scrive poesie è visto come una persona strana, diversa, distante dalla società di massa che passa giornate intere a ‘sfogliare’ con l’indice i social network sui loro telefonini. Spero che la poesia sia come la brace sotto la cenere. Che covi, per tornare a sfavillare libera nell’aria come una fiamma che incendia i cuori. Perché la poesia è questo, un battito del nostro cuore tradotto in parole e trascritto su un foglio.
3)Chi sono i tuoi maestri?
Magari avessi avuto dei maestri! Maestri che mi correggono il tiro, facendomi capire dove esagero e dove posso migliorare. Oddio, se proprio devo essere preciso, qualcuno ce l’ho avuto, e lo conoscete pure! Ho rispolverato molto la metrica in questi ultimi anni, e per questo devo dire grazie al manualetto di metrica di Mario Macioce. Poi devo dire grazie a tutti coloro che hanno avuto fiducia in me e mi hanno invogliato a scrivere. In primis Roberta Degl’Innocenti, che mi ha preso per mano cinque anni fa, portandomi dentro il panorama culturale fiorentino. Altri maestri non ne ho avuti, semmai punti di riferimento, per la mia passione di scrivere poesie in metrica. Uno tra tutti? Leopardi ovviamente, che per me è sempre stato IL Poeta. Un altro di cui vado fiero è il Carducci. Perché fiero? Perché lo considero un mio compaesano, anche se ha abitato a Santa Maria a monte giusto ‘qualche’ anno prima di me.
4)A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti che non di lettori?
Perché oggi si può scrivere poesie senza più seguire uno schema metrico, e quindi diventa tutto più facile. Ci si mette davanti a un foglio e si comincia a scrivere. Leggere un libro invece richiede più impegno e dedizione, oltre a uno sforzo di memoria più consistente. Perdonate queste mie risposte al vetriolo, ma è esattamente quello che penso. Scrivo in metrica perché ritengo che la poesia SIA questa, anche se rispetto le altre forme a me però distanti. Scrivere in metrica è anche un’ottima palestra per allargare e tenere viva la conoscenza su una delle più belle lingue del mondo, la nostra.
5)Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?
Se avessi una risposta per tutto…! perché un individuo ha passione per una cosa invece che per un’altra? La risposta è perché siamo fatti in tante maniere differenti?!? Non del tutto. Penso che ci si possa appassionare per qualcosa solo se… qualcuno riesce a trasmetterti la sua.
Perché la gente faceva la fila per andare ad ascoltare Benigni quando recitava la Divina Commedia? Perché il modo con cui la spiegava era…divino. Beh, io ho avuto la fortuna di avere, già prima di lui, la professoressa d’italiano alle scuole superiori che ha saputo farmela amare. Da lì ho capito che un buon insegnante è colui che riesce a trasmetterti la passione per le sue materie.
6)Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?
Ve ne regalo due. Una poesia che ho scritto per mia mamma, Giro di Valzer, pensata un giorno che l’accompagnai a fare una visita medica molto importante (per fortuna andata bene!), e un sonetto dedicato ai migranti, Al migrante è il titolo, quando sembrava che tutte i mali del nostro Paese fossero dovuti a loro. Perdonate questa nota polemica dal sapore politico. Capirete perché leggendo i miei versi.
Si apre un altro articolo con un nuovo poeta anzi con una poetessa che si auto definisce “giullare”ecco la presentazione di Paola Capitani
Nata a Viareggio, vissuta a Firenze in centro storico da madre romagnola. Per venti anni impegnata in centri documentazione, biblioteche e uffici stampa alla Biblioteca di Documentazione Pegagica del Ministero Pubblica Istruzione.
Pensionata, quindi titolare di una agenzia formativae e coordinatrice di reti informative e basi dati.
Pubblicazioni:
Una vita, tante storie, Firenze, Polistampa, 2005
Dieci regole per vivere con il partner,
Viareggio, Giovane Holden, 2011
Il mago dei gatti e il cane mascherato, Firenze, Polistampa, 2012
Visti da vicino, Firenze, Tipografia Calducci, 2015
Knowledge Management, Milano, FrancoAngeli,
Scuola Domani, Milano, FrancoAngeli
Poesie in viaggio, Firenze, Edida, 2017
Covid e il cane mascherato, in cinque lingue, in stampa
Donne d’epoca che hanno fatto epoca in bozza
Racconti randagi in bozza
Quel che resta del giorno (bozza)
Ora Giullare senza dimora
“Solidi e solidali” per capire
Dopo questo curriculum interessante ma bre3ve perchè Paola Capitani è molto di più di quello che ci dice indaghiamo un po’cerchiamo il suo pensiero con questa piccola intervista:
1)Quando comincia il tuo amore per la letteratura?>
Da bambina alle elementari grazie ad una brava maestra.
2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?
Direi che molti scrivono poesie che pochi leggono.
3)Chi sono i tuoi maestri?
I classici, Lepardi, Dante, Petrarca, Campana…
4)A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti che non di lettori?
Molti non si confidano con amici e raccontano ad estranei.. i lettori sono pigri e “non hanno tempo”.
5)Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?
Promuivere forum e incontri anche on line.
6)Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?
Ecco questi sono versi che mi sono rimasti dentro
Contessa cosa e’ mai la vita?
La favola breve e’ finita
Il vero immortale l’ amor
Jufre’ Rudel
Da quanfo ti ho nel cor
Di me piu’ valgo
Dante Alighieri
Adesso leggiamo due poesie della nostra amica per approfondire la conoscenza la prima è tratta dalla sua raccolta “Poesie in viaggio” l’altra invece fa parte di poesie varie
Cortile del Bargello (2010)
Il violino implora con le sue note acute.
Il pianoforte attento e accogliente
stabilisce accordi e regole
in un crescendo emozionante.
La calma segue la schermaglia amorosa
gli accordi del piano sussurrano
melodie romantiche
alle quali il violino non sa resistere
divincolandosi in scuse solo apparenti.
Un duetto di emozioni all’unisono
vola per le volte del Bargello
intrigando tra le mute statue,
le pietre complici di arcani misfatti.
Memorie ritmiche
Le note si librano
leggere e intriganti
sopra i tetti della città
inseguendo il volo degli uccelli.
Controllano il nuovo giorno,
il ritmo riconosciuto
torna ai tempi lontani
a quando si doveva dimostrare.
Perizia e abilità
per un saggio di fine corso.
I passi tornano alla mente
nella sequenza corretta e ritmata.
I gesti si ricompongono,
si torna ad allora.
Magici intrecci e assonanze,
stimolano episodi assopiti
che riemergono agili e pronti
con le sensazioni di sempre.
La luna es un pozo chico
Las nubes no vale nada
Los que valen son tus brazos
Cuando de noche me abrazan (Federico Garcia Lorca)
Questa volta tocca ad un uomo un poeta di spessore e dalle indubbie doti PIETRO BROGI, lasciamo che sia lui a parlarci di se.
Pietro Brogi nato a Firenze
La scrittura in particolare di poesie mi ha accompagnato per tutta la vita, a partire da quando frequentavo la scuola elementare ed ha rappresentato una costante presenza in un percorso sia scolastico sia professionale variegato e non precisamente letterario:
Maturità scientifica
Laurea in Ingegneria Meccanica 1976
Corso Master management a Cambridge 1984
Corso Giornalismo Firenze 1993 e 2017-2018
Carriera dirigenziale in industria Multinazionale USA
CTU per Tribunale di Firenze
Insegnamento come Professore in Discipline Tecniche
Alcun articoli pubblicati in periodici
Volume ‘Poesie’ dicembre 2019
Pubblicazione in alcune Antologie
Segnalazioni di merito e premi in vari Concorsi letterari anche Internazionali.
Un curriculum in effetti variegato con tante esperienze però tutte formative che hanno contribuito a renderlo un poeta elegante e raffinato adesso approfondiamo la conoscenza con una breve intervista
1 Quando comincia il tuo amore per la letteratura?
E’ stata una passione profonda più ancora che un amore, leggevo , leggevo a partire da quando ho ricordi… leggevo di tutto ed avendo a disposizione due significative biblioteche, in casa dei miei e dei nonni , avevo già letto a quindici /sedici anni quasi tutti i romanzi ed anche libri di poesia, per assaporare il suono che ‘sentivo’ nella testa mentre il cervello si impadroniva del contenuto.
2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?
Se ne può trovare ancora di bella, nascosta bene, quasi mai la migliore è quella portata in evidenza nei siti internet specializzati, più interessati a quanto ‘appare’ .
3)Chi sono i tuoi maestri?
Già la poesia latina, retta da una soluzione armonica (metrica) diversa da quella utilizzata nella lingua italiana mi ha regalato parole/suoni con Lucrezio, Ovidio, Catullo, Virgilio. Nella letteratura italiana come non sentire la forza di Dante, l’armonia di Petrarca, la profondità sublime di Leopardi, l’impegno civile che traspare nel cadenzato Manzoni ma anche nell’altra ironica formulazione del Giusti e poi la malinconica perfezione del Pascoli, i ‘crepuscolari’ di cui cito uno non molto conosciuto che mi ha arricchito in anni recenti cioè Vallini. E poi Ungaretti, Montale, Caproni ed uno degli ultimi che mi ha donato recentemente dei momenti belli: Moretti. Ne tralascio troppi……per non diventare un elenco del telefono.
4)A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti che non di lettori?
Siamo troppo portati proiettare se stessi e poco a capire ed approfondire cosa che richiede più tempo, non spalma una patina di brillantini sulla propria ‘identità’….. che però comportandosi in questo modo si deteriora…..
5)Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?
Fare quello che questa mia generazione non sa fare: coinvolgere i giovani, senza prosopopea, felici di riuscire a spingere più in alto di se stessi, qualcuno che ci sopravviverà.
6)Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?
Tanti anni fa alcune poesie ce le facevano imparare a memoria ma L’Infinito di Giacomo Leopardi non ha mai fatto parte di queste ‘imposizioni’ scolastiche’, eppure è ancora là nella mia testa con quell’immenso significato, quella immensa tecnica poetica, questa simbiosi del poeta con la natura per raggiungere una verità superiore. Come non notare nel primo verso il risonare consonantico della ‘r’, alternata a tutte le vocali con una prevalenza numerica di ‘e’ ed ‘o’ mentre l’unica ‘a’ presente apre il suo suono sottolineando il sentimento del poeta che cala in quella natura, un sentimento che proviene dal passato di quel ‘fu’ ma che è costantemente presente: quel ‘sempre’ che apre la poesia… che ci conduce all’infinito…. Questa ricerca del sovrannaturale……. Sarebbe necessario un trattato solo per questa, la trascrivo tutta perché è una gioia sempre vederla.
l’Infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura, e come il vento
odo stormir fra quelle piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
Per la seconda scelgo una poesia di Giorgio Caproni, che avvicina anch’essa il poeta al sovrumano, a Dio, questa volta senza mediazioni, passando direttamente ma completamente attraverso la sua persona.
Di Conseguenza , o
Proverbio dell’egoista
Morto io,
morto Dio.
Una poesia dal primo e per ora unico libro pubblicato:
Ancora una poetessa in questa galleria di volti e di parole vi presento , anzi si presenta :
Isetta ragnini
Sono nata ad Arcidosso ( Gr.) il 10/12/1947 dove ancora vivo. Ho insegnato Materie Letterarie nella Scuola secondaria per 35 anni e mi sono dedicata alla cura della famiglia , ho due figli e due nipotine. Nell’età della pensione,forse per il maggior tempo libero a mia disposizione, ma soprattutto per l’opportunità di aver conosciuto persone nuove.anche tramite i social,ho cominciato ad appassionarmi alla fotografia ..successivamente alla pittura ( ho seguito vari corsi di formazione) ed infine alla poesia (inizialmente quella giapponese dell’haiku ispirata essenzialmente alla natura ed al rapporto uomo/natura ).Tre anni fa ho pubblicato un libro ed ho partecipato a diversi concorsi tra i quali anche a quello di ‘Un Monte di poesia ‘ nei quali ho conseguito sempre attestati di merito o sono arrivata tra i finalisti.
1)Quando comincia il tuo amore per la letteratura?>
sono laureata in Lettere .quindi dell’adolescenza
2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?
credo che sia amata più di quanto sembri
3)Chi sono i tuoi maestri?
sono i classici ..soprattutto del 1900 ..in primis Ungaretti e i poeti giapponesi..amo composizioni a versi liberi..brevi essenziali come l’haiku
4)A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti che non di lettori?
ci si avvicina alla poesia per la sua immediatezza..per l’urgenza di esprimere i nostri sentimenti
5)Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?
avviare fin da piccoli al componimento poetico ..insegnare ad ascoltare le emozioni che può produrre la natura..ad ascoltare la nostra gioia..il nostro dolore ed a buttare giù semplici poesie..brevi..con parole scelte
6)Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?
m’illumino d’immenso
ed è subito sera
si sta come d’autunno sull’albero le foglie
Per apprezzare meglio questa autrice leggiamo alcune sue poesie
“IN AUTUNNO”
Cammino dentro l’autunno…
Su tappeti di foglie……come ricordi
Mi si addice questo cielo tenero
E il sole un poco appannato
Amo i toni dell’ocra..le voci attutite.
Qua e là un bagliore dorato ..un fuoco di rosso
Ed io vado…avvolta d’autunno..
DI BIANCA E CLARA*
ti porterò al mare questa estate
lasciasti il tuo secchiello ti ricordi?
lo riempirai e farai castelli
cosi vedrò le tue orme sulla battigia.
e tu signorina metterai il bikini
il tuo primo vero bichini..
con le tue amiche scambierai segreti…
vi vedo già ….
il vento tra i capelli…
buona questa brezza e questo sole
che vi accarezza……sopra di voi aquiloni e gabbiani
il mondo è …buono-
Di Bianca e Clara*
‘ LA MANINA ‘
Dove cade ogni certezza
e la verità mi sfugge
la manina tua si posa
sul mio palmo doloroso
lo riscalda
e il suo calore si diffonde fino al cuore
la certezza è solo qui
la tua pelle profumata
questo attimo di immenso
ti trattengo la manina
te la stringo e tu mi guidi
ad un dolce girotondo
..casca il mondo..
.casca la terra ..
noi ci amiamo e stiamo qui
una nuova sezione si apre con una poetessa residente a Firenze ma di origine abruzzese
ELISABETTA ANTONANGELI
è nata il 7 maggio 1940 nel piccolo paese abruzzese di Molina Aterno (L’Aquila) da una famiglia povera. Ultima di otto figli, rimase orfana di padre all’età di cinque mesi, quando la famiglia si era ridotta di due bimbe morte in tenerissima età. La madre dovette lottare a denti stretti tra gli uragani della vita per portare avanti la famiglia di sei figli dai 13 anni ai cinque mesi: cinque maschi ed una femmina. Il figlio maggiore raggiunse il padre dopo quattro anni, all’età di 17 anni. Vissuta con i fratelli, che si atteggiavano a comandare, data l’epoca maschilista del tempo, dovette attraversare varie vicissitudini, tra cui l’impossibilità di continuare gli studi dopo la licenza elementare. Con loro e con la mamma ha lavorato le terre prese a mezzadria ed in affitto per il sostentamento della famiglia. ELISABETTA era insofferente per quella condizione, né amava diventare sarta alla cui professione veniva avviata nei ritagli di tempo a disposizione. Soltanto dopo l’emigrazione dei fratelli in terra straniera (condizione per quasi tutti i giovani del paese che non avevano studiato), si impose di continuare gli studi nel 1957, frequentando prima le tre classi di Avviamento Professionale in due anni, a Raiano (L’Aquila), poi l’Istituto Tecnico Femminile ed infine l’Università a L’Aquila laureandosi in Scienze Biologiche all’età di 32 anni, perdendo ancora due anni tra il diploma e l’Università, ma frequentando corsi di stenodattilografia nel frattempo e facendo concorsi per la pubblica amministrazione. Gli studi le furono permessi grazie alle borse di studio e i presalari guadagnati nel corso degli studi. Prima di raggiungere la spasimata laurea, anche la madre aveva raggiunto l’amato sposo ed alcuni dei suoi figli. Elisabetta Antonangeli, tramite concorso ha lavorato per tre anni presso l’ufficio postale di Alzano Lombardo (Bergamo) e, appena laureata, ha insegnato Scienze, Chimica e Geografia presso l’Istituto Tecnico per Ragioneria a Lovere e Clusone e poi materie scientifiche nella scuola media di Alzano Lombardo, sempre in provincia di Bergamo. Sposatasi in tarda età si è trasferita a Firenze e, raggiunto il termine minimo per poter andare in pensione, si è dedicata alla famiglia e alla scrittura che, peraltro non aveva mai abbandonato. Venuta a conoscenza dell’Accademia Vittorio Alfieri della poesia, ha migliorato le sue possibilità e capacità. Sempre legata alla storia e alle tradizioni della sua terra abruzzese ha pubblicato, tutto a spese proprie, due volumi: “ Quande la televisione nen ce stéve (Quando la televisione non c’era)” (anno 2000), e “ Viaggio della memoria ” ( 2005) in cui descrive usi e costumi della società contadina, della quale ha fatto parte fino agli anni 70 del secolo scorso. Ha pubblicato una raccolta di poesie dialettali abruzzesi: “ Se na lacrema (Se una lacrima …)” (2007) ed una di poesie in lingua: “ La mia vita per sentieri di…versi ” (2008), un romanzo autobiografico: “ Un futuro già trascorso ” (2009). Nel 2017 ha dato alla stampa un’altra raccolta di poesie in lingua: “ Era di Maggio … ”, e nel 2019 “ Controvento”. Ha partecipato ad alcuni concorsi di poesia dialettale e in lingua, risultando vincitrice ed ottenendo lusinghieri giudizi critici. Alcune sue poesie sono presenti in vari periodici e antologie e sono state lette in una radio locale Toscana: Lady Radio. Alcune sue poesie sono state musicate dal Maestro Francesco Pincelli di Roseto Degli Abruzzi.
Un imteressante curriculum ma scopriamo qualcosa di più con una piccola intervista
QUANDO COMINCIA IL TUO AMORE PER LA LETTERATURA? Nella mia casa non circolavano libri né giornali. Ho avuto sempre una predilezione per la lingua italiana e per la lettura appena ho imparato a leggere e scrivere, perché sapevo parlare solo il dialetto. Leggevo il “Corriere dei piccoli” che due mie amiche, più fortunate di me, ricevevano dal loro papà tutte le settimane. Imparavo a memoria le filastrocche, di versi ottonari. Divoravo i loro libri di nascosto dai miei familiari, perché leggere era considerato una perdita di tempo. Ho lottato per continuare gli studi in tarda età e, pur avendo frequentato scuole tecniche, a scuola ho avuto validi professori che mi hanno fatto amare la letteratura, cominciando da Dante Alighieri con la sua Divina Commedia . Ricordo di aver preso in prestito un volume della Divina Commedia in prosa in biblioteca e ne feci il riassunto autonomamente per studiare la conoscenza enciclopedica di Dante. Dell’Inferno soprattutto ho imparato tanti versi a memoria, che ricordo volentieri ancora oggi. Nella prosa mi ha insegnato molto la lettura e rilettura dei Promessi Sposi dove si impara bene l’uso della punteggiatura
. QUAL È LO STATO DI SALUTE DELLA POESIA OGGI?
La poesia non è solo un incontro tra il poeta e il foglio bianco dove scaricare le proprie emozioni, i propri tormenti, ma è un pezzo d’arte da donare al lettore. In nome della modernità, molti seguitano a riversare sul foglio le proprie emozioni con parole che, magari, non entrano nell’animo del lettore, senza musicalità, senza metrica che, invece, è l’attrezzo del poeta. Chi scrive per sé stesso è libero di farlo come vuole, ma non può considerarsi poeta solo perché ha espresso le sue emozioni: non si possono definire versi quelli che, casualmente, a metà rigo, vanno a capo, al rigo seguente. Non può essere considerato verso la sola vocale ‘e’ o un monosillabo. In nome della libertà di scrivere si assiste, a volte, di leggere componimenti senza nessun segno di interpunzione, per cui il lettore resta senza fiato e senza comprendere il significato del componimento. Nella seconda metà del secolo scorso, c’è stata una decadenza in tutte le arti: pittura, scultura, poesia. Ogni cosa ha un inizio ed una fine. Si sono affacciati “poeti” che ignorano la metrica fino a confessare che non sanno che cosa sia. Per fortuna noto anche che nei concorsi indetti dall’Accademia Alfieri ci sono ancora bravi poeti che usano la metrica e sanno trasfondere le loro emozioni ai lettori. Si può parlare di vera poesia quando il poeta permette al lettore di emozionarsi, di piangere persino, quando poeta e lettore si intonano sulle stesse emozioni scaturite dalle parole, come due note che devono suonare insieme. Il problema del poeta non è emozionarsi o avere un animo poetico, ma come trasmettere le sue emozioni al lettore con una scrittura efficace.
CHI SONO I TUOI MAESTRI?
Lo studio delle poesie a memoria durante gli anni scolastici mi hanno abituata alla metrica orecchiabile, che si è perfezionata con lo studio da quando frequento l’Accademia Alfieri, con l’aiuto di Dalmazio Masini e Mario Macioce. I maestri dei quali ho più amato le poesie sono: Dante, Foscolo, Carducci, Leopardi, Pascoli, Ungaretti, poeti che hanno parlato al mio cuore con temi condivisibili e, magari, vissuti personalmente. Conosco poco gli autori più moderni dei quali non ho imparato nessuna poesia. Mio marito asserisce: “una poesia può definirsi tale se ti stimola ricordarla a memoria”. Credo di essere d’accordo.
A TUO AVVISO PERCHÉ SIAMO PIU’ UN PAESE DI POETI CHE DI LETTORI?
Perché leggere fa fatica a molti. Gli scrittori forse non sanno appassionare i lettori. Capita anche a me di dover lasciare la lettura di un testo dopo averne letto una cinquantina di pagine che non mi stimolano alla prosecuzione. Ci sono persone che non hanno aperto più un libro da quando hanno lasciato la scuola. Devo anche affermare che forse non osserviamo bene. Ci sono tanti scrittori che pubblicano libri: forse loro non leggeranno, ma i loro libri saranno letti? Io penso di sì, altrimenti le librerie e le biblioteche come farebbero a restare in piedi? Alcune di esse, è vero, sono chiuse, ma altre sono sorte. Forse non si leggono i libri di poesie, perché tutti ne scrivono riversando sul foglio bianco le proprie emozioni senza saperle porgere al lettore ed emozionarlo. Un altro motivo del rifiuto della lettura potrebbe essere stata la non esatta presentazione e passionalità da parte degli insegnanti a scuola, usando la coercizione ad imparare le poesie a memoria. Ho conoscenza di qualche giovanissimo scrittore che ha infarcito il suo primo romanzo di termini scurrili, volgari. Cioè nel testo si è servito del parlare comune senza pensare che, un conto è il linguaggio parlato, altro è quello scritto. Quanti volumi avrà potuto leggere un ragazzo, che ancora frequenta la scuola, per permettersi di portare al pubblico le sue conoscenze?
COSA OCCORREREBBE FARE PER APPASSIONARE ALLA POESIA?
Secondo me le poesie dovrebbero parlare al cuore del lettore, emozionarlo, con belle parole, ma semplici, comprensibili da tutti, deve passare all’anima di chi legge, altrimenti la poesia diventa sterile. Nella lettura in pubblico la poesia andrebbe letta adagio, ad alta voce, scandendo bene i versi con passione per farla comprendere e assaporarla da tutti e farne apprezzare il valore
. PER CHIUDERE L’INTERVISTA, CI REGALI QUALCHE TUO VERSO AMATO?
“Non ragioniam di lor ma guarda e passa” (Dante) “Ah, perché non son io co’ miei pastori?” (D’Annunzio) “Pendono qua e là dalla corona/i nidietti della primavera”. (Pascoli) “Ricorderai d’avermi atteso tanto,/e avrai negli occhi un rapido sospiro” (Ungaretti)
conosciamo la poetessa anche attraverso le sue poesie eccone alcune