POCO PRIMA DI PRIMAVERA

poesie e canzoni a tema , torna a Villa Arrivabene piazza Alberti 2 Firenze, un la storica manifestazione organizzata dall’associazione letteraria Accademia Alfieri. Un nutrito gruppo di poeti canteranno l’arrivo della bella stagione omaggiandola con letture di poesie proprie e di grandi autori. Le letture saranno arricchite dalla musica e dalle canzoni del cantautore Massimo Pinzuti scelte appositamente per l’occasione.

l’evento si svolgerà Sabato 18 Marzo alle ore 16,30 presso la sala Libero Breghi della sede del Comune di Villa Arrivabene ,Piazza Alberti 2 Firenze

ingresso libero

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TEATRAL_POESIA. “DAMMI 1000 BACI”poesie a fior di labbra

Il Presidente della Commissione Cultura Andrea Ciulli e il Presidente del Quartiere 5 di Firenze Cristiano Balli hanno il piacere di invitare all’evento che si svolgerà a Firenze presso la SalabArchi di Villa Pozzolini Sabato 30 Aprile viale Guidoni 188

Per festeggiare il ritorno alla normalità e promuovere uno “strumento” caduto in disuso nell corso di questi 2 anni , i poeti dell’Accademia Alfieri con la collaborazione del gruppo vocale “Armonia non solo cantata”PRESENTANO -DAMMI 1000 BACI”

Spettacolo di teatral-poesia con canzoni e poesia a tema ” il Bacio” in tutte le sue eccezioni , ideato e diretto da Elena Zucchini

Lo spettacolo si svolge grazie alla collaborazione dei poeti dell’Accademia Alfieri e del gruppo vocale Arminia non solo cantatandiretto dalla maestra Antonella Giovannini

Due ore di piacevolissime emozioni in compagnia di armonia e poesia .

Dammi 1000 baci

PREMIO INTERNAZIONALE UN MONTE DI POESIA XVI EDIZIONE

PREMIO LETTERARIO UN MONTE DI POESIA 2022
Patrocinato dall’ Amministrazione comunale e Proloco di Abbadia San Salvatore (SI) e con la collaborazione Accademia Vittorio Alfieri di Firenze XVI edizione
1) Sezione poesia a tema: “La montagna”: vita, costumi, folklore, paesaggio.
2) Sezione a tema libero: poesie edite o inedite.
3)Sezione poesia dialettale: Poesia in vernacolo con traduzione in italiano
4) Sezione giovani: poesia a tema libero riservata ai giovani da tredici a diciotto anni non ancora compiuti alla data di scadenza. (è obbligatoria la fotocopia della carta di identità). Per questa sezione non è richiesto il pagamento della quota di iscrizione.
5) Sezione racconto breve, massimo 2 racconti a tema libero 3000 parole font Times news Roman 12 ( circa 2 pagine foglio A4)i racconti non conformi verranno esclusi
SEZIONE SPECIALE
OLTRE CONFINE riservata a poeti di nazionalità non Italiana le poesie devono essere corredate di traduzione in italiano
Tutti gli elaborati dovranno essere inviati entro la SCADENZA DEL 31 LUGLIO
E’ consentita la partecipazione a poeti italiani e stranieri (scritti in lingua con traduzione in italiano).
Sono ammesse fino ad un massimo di tre poesie, o due racconti per sezione.
Si può partecipare a più sezioni versando per ognuna di esse un contributo di partecipazione di €10 per la prima poesia e € 5 per ognuna delle poesie successive ( Es: per una sola sezione, tre poesie, euro 20).oppure 1 raccont0 10€ per 2 racconti 15 €
Gli elaborati NON devono avere già conseguito primi premi in altri concorsi e, unitamente all’attestazione di avvenuto pagamento, dovranno essere inviati:
in forma cartacea (per posta) a INFOPOINT PRO LOCO
Via 24 Maggio 4, 53021 Abbadia San Salvatore (Siena);
per via telematica (per e-mail) a unmontedipoesia@alice.it
Il pagamento della quota di partecipazione potrà essere effettuato tramite:
VAGLIA POSTALE (stesso indirizzo dell’invio cartaceo degli elaborati);
pagamento su POSTAPAY intestato a Tiziana Curti N. 5333 1711 2079 5964
bonifico bancario int.a Tiziana Curti su IBAN IT15N3608105138259731759775
Inviare in ogni caso la copia della ricevuta del pagamento con nome e cognome ben leggibili.
Ciascuna elaborato poesia (una sola per un foglio di formato A4) o racconto, dovrà pervenire in due copie con intestazione indicante la sezione a cui si intende partecipare, il titolo dell’opera e il testo (rigorosamente fino ad un massimo di trenta versi, per la poesia e 3000 caratteri per i racconti).
Solo una delle due copie, (sulla stessa facciata dove è scritta la poesia) dovrà contenere: nome e cognome, indirizzo completo, recapito telefonico (fisso/cell), indirizzo e-mail e firma leggibile. Per la sezione GIOVANI, va anche indicata la data di nascita, su entrambe le copie.
L’altra copia dovrà rimanere anonima.
Non saranno accettati elaborati scritti a mano o riportanti dati illeggibili.
I risultati saranno visibili sul blog: http:\\unmontedipoesia.wordpress.com
PREMIAZIONE: 25 SETTEMBRE presso il Centro Polifunzionale Giovani di Abbadia S. Salvatore (SI).
I finalisti saranno avvertiti entro il mese di Settembre 2022.
PREMI:
SEZIONE A TEMA “LA MONTAGNA”
1° premio: Assegno di € 250,00 – Coppa e pergamena
SEZIONE A TEMA LIBERO
1° premio: Assegno di € 200,00 – Coppa e pergamena
SEZIONE POESIA DIALETTALE
1° premio: Coppa e pergamena
SEZIONE GIOVANI
1° premio: Coppa e pergamena
SEZIONE RACCONTO BREVE
1°premio: Coppa e pergamena
PER TUTTE LE SEZIONI (eccetto quella speciale):
2°, 3°, 4° e 5° premio: COPPA e pergamena
dal 6° al 10° classificato: medaglia e pergamena
PER TUTTI: Libri e materiale informativo sul territorio.
Tutti i premi assegnati dovranno essere ritirati direttamente dai vincitori oppure da un delegato
La mancata presenza alla cerimonia di premiazione del premiato o di un delegato,comporterà la rinuncia al premio.
Per informazioni e prenotazioni (pernottamenti, ecc.) rivolgersi a:
INFOPOINT PRO LOCO TEL. 0577 770361 da lunedi a sabato ore 09-12
oppure al numero 3395904072

Concorsi consigliati

Il premio internazionale UN MONTE DI POESIA XVI EDIZIONE è pronto e attivo consultate il bando aggiornato http://unmontedipoesia.wordpress.com

DI CANTO IN CANTO

Passeggiata tra le strade di Firenze.

Notizie e curiosità storiche che attraverso i Canti , intesi come angoli, cantonate, uniscono al fascino dei nomi e dei ricordi ad essi legati, la vivacità e la puntualità di una cronaca dal vivo.

A cura della dott.GABRIELLA SEMINO. Con la collaborazione del coro ARMONIA NON SOLO CANTATA diretto dalla Maestra Antonella Giovannini che accompagnerà la lettura con canzoni fiorentine della tradizione.

Ingresso libero e gratuito con green pass e mascherina si prega di telefonare perché i posti sono limitati 055 417000

5A)POETI AMICI interviste e biografie

Si apre un altra finestra e un altro amico si affaccia , un poeta dalla personalità simpatica e interessante che sicuramente vi piacerà conoscere e leggere, ecco a voi LORENZO ROSATI

Eccomi qua anch’io. Mi chiamo Lorenzo Rosati e ho la bella età di 46 anni. Sono nato e cresciuto a Santa Maria a monte, un piccolo paesino sulle colline pisane. Sono stato un bambino ruspante, perché con gli altri miei amichetti amavo giocare stando all’aria aperta, arrampicarmi sui muri e correre per i campi quando ancora c’erano più contadini che impiegati. Scrivo questo per marcare la differenza coi bambini di oggi, seduti sul divano con la Console tra le mani. Sempre quand’ero bambino, nel mio paese si conoscevano tutti, e si andava a dormire tenendo la chiave nella serratura della porta. Oggi una cosa del genere è impensabile! Sono cresciuto pertanto in mezzo ai valori umani, quelli belli, che ti portano a parlare con la tua anima, facendoti sentire vivo e in tutt’uno con la natura che ti circonda. Ho intrapreso studi di natura economico giuridica, per aver un titolo che mi permettesse, un domani, di ‘portare il pane in tavola’, lasciando solo a me stesso la volontà di portare avanti la mia passione per la letteratura.

Oggi vivo e lavoro a Firenze, la più bella città del mondo. Sono sposato e ho una bella famiglia con due diavol…pargoletti che mi saltano addosso non appena mi vedono. Con una famiglia giovane il tempo a disposizione per le proprie passioni è poco, come potrete ben immaginare. La mia passione per la scrittura la porta avanti la notte, sacrificando molto spesso ore di sonno che mi portano l’indomani a tenere a stento gli occhi aperti. E nel mio lavoro da bancario, nell’avere a che fare coi numeri tutti i giorni, essere desti è importante. Ironicamente mi considero un secondo Giulio con qualche anno in più, lo scrivano fiorentino del libro Cuore. Anche lui scriveva fino a notte fonda, per poi dormire sopra i banchi di scuola.

Sono in procinto di terminare il mio primo libro. E’ sempre stato il mio sogno quello di veder pubblicato qualcosa di mio. Da ragazzo leggevo libri con avidità, e dentro di me mi ripetevo sempre la stessa frase: ‘un giorno anch’io pubblicherò qualcosa’. Sogni che poi restano nel cassetto e spesso si perde anche la chiave. La mia chiave è stata mia moglie, che anni fa mi ha spronato a ricominciare a scrivere. Ora non ho più intenzione di smettere, perché ogni volta che metto il punto finale a qualcosa che ho composto, mi sento felice e appagato.

1)Quando comincia il tuo amore per la letteratura?

Il mio amore per la letteratura ha inizio molti anni fa, quand’ero ragazzino. Negli anni dove solitamente si da il primo bacio. E il primo bacio si sa, non si scorda mai.

Alle scuole elementari eri sempre io quello che davanti a tutti i genitori recitava le poesie scelte delle maestre per le recite di Natale. Sceglievano sempre me perché ero quello che dopo aver letto la poesia una volta la imparava subito a memoria. L’amore vero e proprio però, è iniziato durante l’adolescenza. Ricordo ancora con gioia, e un pizzico di imbarazzo, un aneddoto divertente che mi capitò al cinema quando avevo sedici anni. Ero andato a vedere con gli amici L’attimo Fuggente, e a fine film, alla scena dove gli studenti si alzano in piedi sui banchi per salutare il professor Keating, scoppia a piangere come un bambino. Ancora oggi, nonostante siano trascorsi ormai parecchi anni, annovero quel film come il più bello che abbia visto finora.

2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?

A mio giudizio non buono, ma spero sia solo un’opinione pessimista, anche se io mi considero un inguaribile ottimista. Purtroppo oggi, come mi è capitato veramente di ascoltare e non da una persona soltanto, chi scrive poesie è visto come una persona strana, diversa, distante dalla società di massa che passa giornate intere a ‘sfogliare’ con l’indice i social network sui loro telefonini. Spero che la poesia sia come la brace sotto la cenere. Che covi, per tornare a sfavillare libera nell’aria come una fiamma che incendia i cuori. Perché la poesia è questo, un battito del nostro cuore tradotto in parole e trascritto su un foglio.

3)Chi sono i tuoi maestri?

Magari avessi avuto dei maestri! Maestri che mi correggono il tiro, facendomi capire dove esagero e dove posso migliorare. Oddio, se proprio devo essere preciso, qualcuno ce l’ho avuto, e lo conoscete pure! Ho rispolverato molto la metrica in questi ultimi anni, e per questo devo dire grazie al manualetto di metrica di Mario Macioce. Poi devo dire grazie a tutti coloro che hanno avuto fiducia in me e mi hanno invogliato a scrivere. In primis Roberta Degl’Innocenti, che mi ha preso per mano cinque anni fa, portandomi dentro il panorama culturale fiorentino. Altri maestri non ne ho avuti, semmai punti di riferimento, per la mia passione di scrivere poesie in metrica. Uno tra tutti? Leopardi ovviamente, che per me è sempre stato IL Poeta. Un altro di cui vado fiero è il Carducci. Perché fiero? Perché lo considero un mio compaesano, anche se ha abitato a Santa Maria a monte giusto ‘qualche’ anno prima di me.

4)A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti che non di lettori?

Perché oggi si può scrivere poesie senza più seguire uno schema metrico, e quindi diventa tutto più facile. Ci si mette davanti a un foglio e si comincia a scrivere. Leggere un libro invece richiede più impegno e dedizione, oltre a uno sforzo di memoria più consistente. Perdonate queste mie risposte al vetriolo, ma è esattamente quello che penso. Scrivo in metrica perché ritengo che la poesia SIA questa, anche se rispetto le altre forme a me però distanti. Scrivere in metrica è anche un’ottima palestra per allargare e tenere viva la conoscenza su una delle più belle lingue del mondo, la nostra.

5)Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?

Se avessi una risposta per tutto…! perché un individuo ha passione per una cosa invece che per un’altra? La risposta è perché siamo fatti in tante maniere differenti?!? Non del tutto. Penso che ci si possa appassionare per qualcosa solo se… qualcuno riesce a trasmetterti la sua.

Perché la gente faceva la fila per andare ad ascoltare Benigni quando recitava la Divina Commedia? Perché il modo con cui la spiegava era…divino. Beh, io ho avuto la fortuna di avere, già prima di lui, la professoressa d’italiano alle scuole superiori che ha saputo farmela amare. Da lì ho capito che un buon insegnante è colui che riesce a trasmetterti la passione per le sue materie.

6)Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?

Ve ne regalo due. Una poesia che ho scritto per mia mamma, Giro di Valzer, pensata un giorno che l’accompagnai a fare una visita medica molto importante (per fortuna andata bene!), e un sonetto dedicato ai migranti, Al migrante è il titolo, quando sembrava che tutte i mali del nostro Paese fossero dovuti a loro. Perdonate questa nota polemica dal sapore politico. Capirete perché leggendo i miei versi.

GIRO DI VALZER – a mia mamma

Con un sorriso d’infinito affetto,

limpido come il mare a primavera,

tenevi le mie mani sul tuo petto

per insegnarmi a dire una preghiera.

Ricordo ancora il primo giorno a scuola,

vestito di grembiule e fiocco azzurro,

in quel distacco senza una parola

un flebile saluto in un sussurro.

Ogni momento è stato una sorpresa

che non mi hai fatto mai restare senza,

vivendo l’emozione dell’attesa

ho appreso la virtù della pazienza.

Ti sei sempre saputa destreggiare

dentro al giro di valzer della vita,

nel cuore un desiderio per amare

un nido e una famiglia da te unita.

Ed oggi ti accompagno sottobraccio

agli esami richiesti alla tua età,

il figlio che chiamavi monellaccio

qualunque cosa chiedi la farà.

Quanti lustri ora porti sulla schiena

piegata dai pensieri e dagli affanni,

ma la tua forza si è scalfita appena

al fascino del tempo e dai suoi inganni.

Rimango ad aspettarti qui da solo

ma il mio pensiero vaga senza meta,

perduto tra le note di un assolo

che il cinguettio di un passero mi allieta.

L’orchestra non ha smesso di suonare,

potresti fare ancora un altro giro,

del valzer dove sola puoi ballare

e spegnere la luce in un sospiro.

AL MIGRANTE

Due occhi e un’espressione d’innocenza

su quel tuo volto scuro e indagatore,

vorresti avere solo un po’ d’amore

invece d’una cieca indifferenza.

Raccolto dentro un centro d’accoglienza

insieme ad altra gente di colore,

attendi che la vita sia migliore

come sognavi nell’adolescenza.

Di certo non pensavi di lasciare

con l’animo distrutto la tua terra,

salire in barca e andare via lontano.

E ancora non riesci ad alleviare

gli orrori che hai vissuto con la guerra

finché non ti verrà data una mano.

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Si apre un altro articolo con un nuovo poeta anzi con una poetessa che si auto definisce “giullare”ecco la presentazione di Paola Capitani

Nata a Viareggio, vissuta a Firenze in centro storico da madre romagnola. Per venti anni impegnata in centri documentazione, biblioteche e uffici stampa alla Biblioteca di Documentazione Pegagica del Ministero Pubblica Istruzione.

Pensionata, quindi titolare di una agenzia formativae e coordinatrice di reti informative e basi dati.

Pubblicazioni:

Una vita, tante storie, Firenze, Polistampa, 2005

Dieci regole per vivere con il partner,

Viareggio, Giovane Holden, 2011 

Il mago dei gatti e il cane mascherato, Firenze, Polistampa, 2012

Visti da vicino, Firenze, Tipografia Calducci, 2015

Knowledge Management, Milano, FrancoAngeli,

Scuola Domani, Milano, FrancoAngeli

Poesie in viaggio, Firenze, Edida, 2017

Covid e il cane mascherato, in cinque lingue, in stampa

Donne d’epoca che hanno fatto epoca in bozza

Racconti randagi in bozza

Quel che resta del giorno (bozza)

Ora Giullare senza dimora

“Solidi e solidali” per capire

Dopo questo curriculum interessante ma bre3ve perchè Paola Capitani è molto di più di quello che ci dice indaghiamo un po’cerchiamo il suo pensiero con questa piccola intervista:

1)Quando comincia il tuo amore per la letteratura?>

Da bambina alle elementari grazie ad una brava maestra.

2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?

Direi che molti scrivono poesie che pochi leggono.

3)Chi sono i tuoi maestri?

I classici, Lepardi, Dante, Petrarca, Campana…

4)A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti che non di lettori?

Molti non si confidano con amici e raccontano ad estranei.. i lettori sono pigri e “non hanno tempo”.

5)Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?

Promuivere forum e incontri anche on line.

6)Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?

Ecco questi sono versi che mi sono rimasti dentro

Contessa cosa e’ mai la vita?

La favola breve e’ finita

Il vero immortale l’ amor

Jufre’ Rudel

Da quanfo ti ho nel cor

Di me piu’ valgo

Dante Alighieri

Adesso leggiamo due poesie della nostra amica per approfondire la conoscenza la prima è tratta dalla sua raccolta “Poesie in viaggio” l’altra invece fa parte di poesie varie

Cortile del Bargello (2010)

Il violino implora con le sue note acute.

Il pianoforte attento e accogliente

stabilisce accordi e regole

in un crescendo emozionante.

La calma segue la schermaglia amorosa

gli accordi del piano sussurrano

melodie romantiche

alle quali il violino non sa resistere

divincolandosi in scuse solo apparenti.

Un duetto di emozioni all’unisono

vola per le volte del Bargello

intrigando tra le mute statue,

le pietre complici di arcani misfatti.

Memorie ritmiche

Le note si librano

leggere e intriganti

sopra i tetti della città

inseguendo il volo degli uccelli.

Controllano il nuovo giorno,

il ritmo riconosciuto

torna ai tempi lontani

a quando si doveva dimostrare.

Perizia e abilità

per un saggio di fine corso.

I passi tornano alla mente

nella sequenza corretta e ritmata.

I gesti si ricompongono,

si torna ad allora.

Magici intrecci e assonanze,

stimolano episodi assopiti

che riemergono agili e pronti

con le sensazioni di sempre.

La luna es un pozo chico

Las nubes no vale nada

Los que valen son tus brazos

Cuando de noche me abrazan (Federico Garcia Lorca)

4 A)POETI AMICI interviste e biografie

Questa volta tocca ad un uomo un poeta di spessore e dalle indubbie doti PIETRO BROGI, lasciamo che sia lui a parlarci di se.

Pietro Brogi nato a Firenze

La scrittura in particolare di poesie mi ha accompagnato per tutta la vita, a partire da quando frequentavo la scuola elementare ed ha rappresentato una costante presenza in un percorso sia scolastico sia professionale variegato e non precisamente letterario:

Maturità scientifica

Laurea in Ingegneria Meccanica 1976

Corso Master management a Cambridge 1984

Corso Giornalismo Firenze 1993 e 2017-2018

Carriera dirigenziale in industria Multinazionale USA

CTU per Tribunale di Firenze

Insegnamento come Professore in Discipline Tecniche

Alcun articoli pubblicati in periodici

Volume ‘Poesie’ dicembre 2019

Pubblicazione in alcune Antologie

Segnalazioni di merito e premi in vari Concorsi letterari anche Internazionali.

Un curriculum in effetti variegato con tante esperienze però tutte formative che hanno contribuito a renderlo un poeta elegante e raffinato adesso approfondiamo la conoscenza con una breve intervista

1 Quando comincia il tuo amore per la letteratura?

E’ stata una passione profonda più ancora che un amore, leggevo , leggevo a partire da quando ho ricordi… leggevo di tutto ed avendo a disposizione due significative biblioteche, in casa dei miei e dei nonni , avevo già letto a quindici /sedici anni quasi tutti i romanzi ed anche libri di poesia, per assaporare il suono che ‘sentivo’ nella testa mentre il cervello si impadroniva del contenuto.

2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?

Se ne può trovare ancora di bella, nascosta bene, quasi mai la migliore è quella portata in evidenza nei siti internet specializzati, più interessati a quanto ‘appare’ .

3)Chi sono i tuoi maestri?

Già la poesia latina, retta da una soluzione armonica (metrica) diversa da quella utilizzata nella lingua italiana mi ha regalato parole/suoni con Lucrezio, Ovidio, Catullo, Virgilio. Nella letteratura italiana come non sentire la forza di Dante, l’armonia di Petrarca, la profondità sublime di Leopardi, l’impegno civile che traspare nel cadenzato Manzoni ma anche nell’altra ironica formulazione del Giusti e poi la malinconica perfezione del Pascoli, i ‘crepuscolari’ di cui cito uno non molto conosciuto che mi ha arricchito in anni recenti cioè Vallini. E poi Ungaretti, Montale, Caproni ed uno degli ultimi che mi ha donato recentemente dei momenti belli: Moretti. Ne tralascio troppi……per non diventare un elenco del telefono.

4)A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti che non di lettori?

Siamo troppo portati proiettare se stessi e poco a capire ed approfondire cosa che richiede più tempo, non spalma una patina di brillantini sulla propria ‘identità’….. che però comportandosi in questo modo si deteriora…..

5)Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?

Fare quello che questa mia generazione non sa fare: coinvolgere i giovani, senza prosopopea, felici di riuscire a spingere più in alto di se stessi, qualcuno che ci sopravviverà.

6)Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?

Tanti anni fa alcune poesie ce le facevano imparare a memoria ma L’Infinito di Giacomo Leopardi non ha mai fatto parte di queste ‘imposizioni’ scolastiche’, eppure è ancora là nella mia testa con quell’immenso significato, quella immensa tecnica poetica, questa simbiosi del poeta con la natura per raggiungere una verità superiore. Come non notare nel primo verso il risonare consonantico della ‘r’, alternata a tutte le vocali con una prevalenza numerica di ‘e’ ed ‘o’ mentre l’unica ‘a’ presente apre il suo suono sottolineando il sentimento del poeta che cala in quella natura, un sentimento che proviene dal passato di quel ‘fu’ ma che è costantemente presente: quel ‘sempre’ che apre la poesia… che ci conduce all’infinito…. Questa ricerca del sovrannaturale……. Sarebbe necessario un trattato solo per questa, la trascrivo tutta perché è una gioia sempre vederla.

l’Infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quiete

io nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura, e come il vento

odo stormir fra quelle piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l’eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Per la seconda scelgo una poesia di Giorgio Caproni, che avvicina anch’essa il poeta al sovrumano, a Dio, questa volta senza mediazioni, passando direttamente ma completamente attraverso la sua persona.

Di Conseguenza , o

Proverbio dell’egoista

Morto io,

morto Dio.

Una poesia dal primo e per ora unico libro pubblicato:

Incedere incerto

Procedo incurante

di ogni rispetto:

sicuro, spavaldo

calpesto

il bordo incoerente

allora mi accorgo

di quanto

sia ottuso il mio mondo,

più accorto cammino

rimango all’interno

il bordo evitando:

incedere incerto

Ed una poesia ancora non pubblicata:

Vino di strada

Coccio di vetro grosso quei bicchieri

da riempire alla mescita col rosso

che consolava un tempo lo stradino:

‘Vieni beviamo un goccio che ci scalda’

oppur d’estate ‘..che secca il sudore’.

La finestrella sulla strada, scuro

quel davanzale ove poggiare il vino,

tanto conforto per spezzare il giorno

e più brillante il Chianti in quel bicchiere

graffiato da tanti anni di servizio

come quel viso di quel taverniere.

Una vetrina ora in quel chiasso brilla

splende di luci e la scritta ‘Enoteca’

ma mi manca quel posto e anche quel viso.

Pietro Brogi

Una breve intervista servirà a conoscerlo meglio

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Ancora una poetessa in questa galleria di volti e di parole vi presento , anzi si presenta :

Isetta ragnini

Sono nata ad Arcidosso ( Gr.) il 10/12/1947 dove ancora vivo. Ho insegnato Materie Letterarie nella Scuola secondaria per 35 anni e mi sono dedicata alla cura della famiglia , ho due figli e due nipotine. Nell’età della pensione,forse per il maggior tempo libero a mia disposizione, ma soprattutto per l’opportunità di aver conosciuto persone nuove.anche tramite i social,ho cominciato ad appassionarmi alla fotografia ..successivamente alla pittura ( ho seguito vari corsi di formazione) ed infine alla poesia (inizialmente quella giapponese dell’haiku ispirata essenzialmente alla natura ed al rapporto uomo/natura ).Tre anni fa ho pubblicato un libro ed ho partecipato a diversi concorsi tra i quali anche a quello di ‘Un Monte di poesia ‘ nei quali ho conseguito sempre attestati di merito o sono arrivata tra i finalisti.

1)Quando comincia il tuo amore per la letteratura?>

sono laureata in Lettere .quindi dell’adolescenza

2). Qual è lo stato di salute della poesia oggi?

credo che sia amata più di quanto sembri

3)Chi sono i tuoi maestri?

sono i classici ..soprattutto del 1900 ..in primis Ungaretti e i poeti giapponesi..amo composizioni a versi liberi..brevi essenziali come l’haiku

4)A tuo avviso perché siamo più un paese di poeti che non di lettori?

ci si avvicina alla poesia per la sua immediatezza..per l’urgenza di esprimere i nostri sentimenti

5)Cosa occorrerebbe fare per appassionare alla poesia?

avviare fin da piccoli al componimento poetico ..insegnare ad ascoltare le emozioni che può produrre la natura..ad ascoltare la nostra gioia..il nostro dolore ed a buttare giù semplici poesie..brevi..con parole scelte

6)Per chiudere l’intervista, ci regali qualche tuo verso amato?

m’illumino d’immenso

ed è subito sera

si sta come d’autunno sull’albero le foglie

Per apprezzare meglio questa autrice leggiamo alcune sue poesie

“IN AUTUNNO”

Cammino dentro l’autunno…

Su tappeti di foglie……come ricordi

Mi si addice questo cielo tenero

E il sole un poco appannato

Amo i toni dell’ocra..le voci attutite.

Qua e là un bagliore dorato ..un fuoco di rosso

Ed io vado…avvolta d’autunno..

DI BIANCA E CLARA*

ti porterò al mare questa estate

lasciasti il tuo secchiello ti ricordi?

lo riempirai e farai castelli

cosi vedrò le tue orme sulla battigia.

e tu signorina metterai il bikini

il tuo primo vero bichini..

con le tue amiche scambierai segreti…

vi vedo già ….

il vento tra i capelli…

buona questa brezza e questo sole

che vi accarezza……sopra di voi aquiloni e gabbiani

il mondo è …buono-

Di Bianca e Clara*

LA MANINA ‘

Dove cade ogni certezza

e la verità mi sfugge

la manina tua si posa

sul mio palmo doloroso

lo riscalda

e il suo calore si diffonde fino al cuore

la certezza è solo qui

la tua pelle profumata

questo attimo di immenso

ti trattengo la manina

te la stringo e tu mi guidi

ad un dolce girotondo

..casca il mondo..

.casca la terra ..

noi ci amiamo e stiamo qui

una nuova sezione si apre con una poetessa residente a Firenze ma di origine abruzzese

ELISABETTA ANTONANGELI

è nata il 7 maggio 1940 nel piccolo paese abruzzese di Molina Aterno (L’Aquila) da una famiglia povera. Ultima di otto figli, rimase orfana di padre all’età di cinque mesi, quando la famiglia si era ridotta di due bimbe morte in tenerissima età. La madre dovette lottare a denti stretti tra gli uragani della vita per portare avanti la famiglia di sei figli dai 13 anni ai cinque mesi: cinque maschi ed una femmina. Il figlio maggiore raggiunse il padre dopo quattro anni, all’età di 17 anni. Vissuta con i fratelli, che si atteggiavano a comandare, data l’epoca maschilista del tempo, dovette attraversare varie vicissitudini, tra cui l’impossibilità di continuare gli studi dopo la licenza elementare. Con loro e con la mamma ha lavorato le terre prese a mezzadria ed in affitto per il sostentamento della famiglia. ELISABETTA era insofferente per quella condizione, né amava diventare sarta alla cui professione veniva avviata nei ritagli di tempo a disposizione. Soltanto dopo l’emigrazione dei fratelli in terra straniera (condizione per quasi tutti i giovani del paese che non avevano studiato), si impose di continuare gli studi nel 1957, frequentando prima le tre classi di Avviamento Professionale in due anni, a Raiano (L’Aquila), poi l’Istituto Tecnico Femminile ed infine l’Università a L’Aquila laureandosi in Scienze Biologiche all’età di 32 anni, perdendo ancora due anni tra il diploma e l’Università, ma frequentando corsi di stenodattilografia nel frattempo e facendo concorsi per la pubblica amministrazione. Gli studi le furono permessi grazie alle borse di studio e i presalari guadagnati nel corso degli studi. Prima di raggiungere la spasimata laurea, anche la madre aveva raggiunto l’amato sposo ed alcuni dei suoi figli. Elisabetta Antonangeli, tramite concorso ha lavorato per tre anni presso l’ufficio postale di Alzano Lombardo (Bergamo) e, appena laureata, ha insegnato Scienze, Chimica e Geografia presso l’Istituto Tecnico per Ragioneria a Lovere e Clusone e poi materie scientifiche nella scuola media di Alzano Lombardo, sempre in provincia di Bergamo. Sposatasi in tarda età si è trasferita a Firenze e, raggiunto il termine minimo per poter andare in pensione, si è dedicata alla famiglia e alla scrittura che, peraltro non aveva mai abbandonato. Venuta a conoscenza dell’Accademia Vittorio Alfieri della poesia, ha migliorato le sue possibilità e capacità. Sempre legata alla storia e alle tradizioni della sua terra abruzzese ha pubblicato, tutto a spese proprie, due volumi: “ Quande la televisione nen ce stéve (Quando la televisione non c’era)” (anno 2000), e “ Viaggio della memoria ” ( 2005) in cui descrive usi e costumi della società contadina, della quale ha fatto parte fino agli anni 70 del secolo scorso. Ha pubblicato una raccolta di poesie dialettali abruzzesi: “ Se na lacrema (Se una lacrima …)” (2007) ed una di poesie in lingua: “ La mia vita per sentieri di…versi ” (2008), un romanzo autobiografico: “ Un futuro già trascorso ” (2009). Nel 2017 ha dato alla stampa un’altra raccolta di poesie in lingua: “ Era di Maggio … ”, e nel 2019 “ Controvento”. Ha partecipato ad alcuni concorsi di poesia dialettale e in lingua, risultando vincitrice ed ottenendo lusinghieri giudizi critici. Alcune sue poesie sono presenti in vari periodici e antologie e sono state lette in una radio locale Toscana: Lady Radio. Alcune sue poesie sono state musicate dal Maestro Francesco Pincelli di Roseto Degli Abruzzi.

Un imteressante curriculum ma scopriamo qualcosa di più con una piccola intervista

QUANDO COMINCIA IL TUO AMORE PER LA LETTERATURA? Nella mia casa non circolavano libri né giornali. Ho avuto sempre una predilezione per la lingua italiana e per la lettura appena ho imparato a leggere e scrivere, perché sapevo parlare solo il dialetto. Leggevo il “Corriere dei piccoli” che due mie amiche, più fortunate di me, ricevevano dal loro papà tutte le settimane. Imparavo a memoria le filastrocche, di versi ottonari. Divoravo i loro libri di nascosto dai miei familiari, perché leggere era considerato una perdita di tempo. Ho lottato ​per continuare gli studi in tarda età e, pur avendo frequentato scuole tecniche, a scuola ho avuto validi professori che mi hanno fatto amare la letteratura, cominciando da Dante Alighieri con la sua Divina Commedia . Ricordo di aver preso in prestito un volume della Divina Commedia in prosa in biblioteca e ne feci il riassunto autonomamente per studiare la conoscenza enciclopedica di Dante. Dell’Inferno soprattutto ho imparato tanti versi a memoria, che ricordo volentieri ancora oggi. Nella prosa mi ha insegnato molto la lettura e rilettura dei Promessi Sposi dove si impara bene l’uso della punteggiatura

. QUAL È LO STATO DI SALUTE DELLA POESIA OGGI?

La poesia non è solo un incontro tra il poeta e il foglio bianco dove scaricare le proprie emozioni, i propri tormenti, ma è un pezzo d’arte da donare al lettore. In nome della modernità, molti seguitano a riversare sul foglio le proprie emozioni con parole che, magari, non entrano nell’animo del lettore, senza musicalità, senza metrica che, invece, è l’attrezzo del poeta. Chi scrive per sé stesso è libero di farlo come vuole, ma non può considerarsi poeta solo perché ha espresso le sue emozioni: non si possono definire versi quelli che, casualmente, a metà rigo, vanno a capo, al rigo seguente. Non può essere considerato verso la sola vocale ‘e’ o un monosillabo. In nome della libertà di scrivere si assiste, a volte, di leggere componimenti senza nessun segno di interpunzione, per cui il lettore resta senza fiato e senza comprendere il significato del componimento. Nella seconda metà del secolo scorso, c’è stata una decadenza in tutte le arti: pittura, scultura, poesia. Ogni cosa ha un inizio ed una fine. Si sono affacciati “poeti” che ignorano la metrica fino a confessare che non sanno che cosa sia. Per fortuna noto anche che nei concorsi indetti dall’Accademia Alfieri ci sono ancora bravi poeti che usano la metrica e sanno trasfondere le loro emozioni ai lettori. Si può parlare di vera poesia quando il poeta permette al lettore di emozionarsi, di piangere persino, quando poeta e lettore si intonano sulle stesse emozioni scaturite dalle parole, come due note che devono suonare insieme. Il problema del poeta non è emozionarsi o avere un animo poetico, ma come trasmettere le sue emozioni al lettore con una scrittura efficace.

CHI SONO I TUOI MAESTRI?

Lo studio delle poesie a memoria durante gli anni scolastici mi hanno abituata alla metrica orecchiabile, che si è perfezionata con lo studio da quando frequento l’Accademia Alfieri, con l’aiuto di Dalmazio Masini e Mario Macioce. I maestri dei quali ho più amato le poesie sono: Dante, Foscolo, Carducci, Leopardi, Pascoli, Ungaretti, poeti che hanno parlato al mio cuore con temi condivisibili e, magari, vissuti personalmente. Conosco poco gli autori più moderni dei quali non ho imparato nessuna poesia. Mio marito asserisce: “una poesia può definirsi tale se ti stimola ricordarla a memoria”. Credo di essere d’accordo.

A TUO AVVISO PERCHÉ SIAMO PIU’ UN PAESE DI POETI CHE DI LETTORI?

Perché leggere fa fatica a molti. Gli scrittori forse non sanno appassionare i lettori. Capita anche a me di dover lasciare la lettura di un testo dopo averne letto una cinquantina di pagine che non mi stimolano alla prosecuzione. Ci sono persone che non hanno aperto più un libro da quando hanno lasciato la scuola. Devo anche affermare che forse non osserviamo bene. Ci sono tanti scrittori che pubblicano libri: forse loro non leggeranno, ma i loro libri saranno letti? Io penso di sì, altrimenti le librerie e le biblioteche come farebbero a restare in piedi? Alcune di esse, è vero, sono chiuse, ma altre sono sorte. Forse non si leggono i libri di poesie, perché tutti ne scrivono riversando sul foglio bianco le proprie emozioni senza saperle porgere al lettore ed emozionarlo. Un altro motivo del rifiuto della lettura potrebbe essere stata la non esatta presentazione e passionalità da parte degli insegnanti a scuola, usando la coercizione ad imparare le poesie a memoria. Ho conoscenza di qualche giovanissimo scrittore che ha infarcito il suo primo romanzo di termini scurrili, volgari. Cioè nel testo si è servito del parlare comune senza pensare che, un conto è il linguaggio parlato, altro è quello scritto. Quanti volumi avrà potuto leggere un ragazzo, che ancora frequenta la scuola, per permettersi di portare al pubblico le sue conoscenze?

COSA OCCORREREBBE FARE PER APPASSIONARE ALLA POESIA?

Secondo me le poesie dovrebbero parlare al cuore del lettore, emozionarlo, con belle parole, ma semplici, comprensibili da tutti, deve passare all’anima di chi legge, altrimenti la poesia diventa sterile. Nella lettura in pubblico la poesia andrebbe letta adagio, ad alta voce, scandendo bene i versi con passione per farla comprendere e assaporarla da tutti e farne apprezzare il valore

. PER CHIUDERE L’INTERVISTA, CI REGALI QUALCHE TUO VERSO AMATO?

“Non ragioniam di lor ma guarda e passa” (Dante) “Ah, perché non son io co’ miei pastori?” (D’Annunzio) “Pendono qua e là dalla corona/i nidietti della primavera”. (Pascoli) “Ricorderai d’avermi atteso tanto,/e avrai negli occhi un rapido sospiro” (Ungaretti)​

conosciamo la poetessa anche attraverso le sue poesie eccone alcune

LA TERRA SI DIFENDE

Già tutta l’aria è infetta sulla terra

e l’organismo non ha più difese.

Con gli occhi bassi e tristi andiam per strada

senza speranza pel tempo futuro.

Se si uscirà da questa pandemia

la vita non sarà mai come prima

avremo di sicuro conseguenze:

le orecchie a ‘sventola’ e naso schiacciato

a ricordare il tempo che viviamo

per indossare mal la protezione.

Poco male in favore della vita!

E’ già da tanto tempo che la Terra

sta dando schiaffi con la sua vendetta,

per esser stata troppo maltrattata.

Ci manda terremoti e pandemie,

i vulcani, che inghiottono e sotterrano,

si sciolgono i ghiacciai e i maremoti

fanno sparire parti di terreno.

Io forse non sarò allorché gli eventi

faran precipitare tutto quanto,

ma le generazioni che verranno

raccoglieran disastri provocati

da tecnologie scellerate

mirate solamente a far ricchezze

per il presente ed escludendo il dopo.

NOZZE D’ORO

“Oggi mi sento forte come un toro”

disse mio nonno alla sua vecchia sposa.

“Amore mio ti prego, o mio tesoro,

voglio passar la notte sì amorosa

di cinquant’anni fa: le nozze d’oro!

Averti tra le braccia come rosa.

Facciamo festa e, dopo un bel ristoro,

tu metti la camicia e un po’ sdegnosa

ti rivedrò avvampare, e ciò mi giova.

Brindiamo con spumante e un po’ di torta

vicino al caminetto scoppiettante.

La nonna ora lo aspetta nell’alcova,

tende l’orecchio, ma da quella porta

giunge solo un russare riposante!

Elisabetta Antonangeli